CHE GELIDA MANINA from La Bohéme
Solo Tenor voice (or Baritone / Euphonium). La Bohéme fu rappresentata per la prima volta nel 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la direzione di un giovane direttore d'orchestra: Arturo Toscanini. Il buon successo di pubblico costrinse la critica, inizialmente ostile, ad allinearsi al generale coro di consensi.
Compositore
Giacomo Puccini
Arrangiatore
Guido Ruggeri
difficoltà
3,5
durata
3'30
formazione
Concert Band
Editore
Scomegna Edizioni Musicali
formato
Partitura A3+ (32 x 48 cm) e parti A4+ (24 x 32 cm)
Codice Prodotto
ES B1317.17
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Descrizione
Nella Parigi del 1830 uno squattrinato gruppo di giovani artisti conduce una vita spensierata. È la vigilia di Natale e, in una fredda mansarda, il pittore Marcello sta dipingendo un quadro in compagnia dell'amico poeta Rodolfo. Dalla finestra vedono fumare i camini di Parigi mentre il loro è spento: non hanno legna da bruciare. L'unica soluzione per un po' di fuoco è bruciare un poema scritto da Rodolfo. Marcello e Rodolfo vengono raggiunti da altri due amici: il filosofo Colline e il musicista Schaunard. Quando è quasi sera, decidono di andare a festeggiare al caffè Momus. Rodolfo si attarda ancora un po' in casa per terminare l'articolo per un giornale quando alla porta sente bussare. È Mimì, la giovane vicina di casa, che chiede di entrare per poter riaccendere il suo lume ma, una volta entrata, la ragazza si sente male. Riavutasi si accinge a tornare in casa sua ma s'accorge di aver perso la chiave. Rodolfo e Mimì, nell'oscurità, s'inginocchiano per cercare la chiave. La ritrova Rodolfo che prontamente la nasconde in tasca per poter passare un po' di tempo con la vicina e conoscerla meglio. Nel cercare a terra la mano di Rodolfo incontra quella di Mimì. "Che gelida manina, se la lasci riscaldar" è una della arie pucciniane più famose. Rodolfo e Mimì si raccontano "chi sono e cosa fanno" e poi decidono di raggiungere insieme gli amici di Rodolfo al caffè. La Bohéme fu rappresentata per la prima volta nel 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la direzione di un giovane direttore d'orchestra: Arturo Toscanini. Il buon successo di pubblico costrinse la critica, inizialmente ostile, ad allinearsi al generale coro di consensi.
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