ECHI DI TRINCEA
Il brano inizia in una collocazione espressiva simile a quella della sinfonia dal Nabucco di Verdi. Segue, (battuta 9) un tema calato in un’atmosfera ampia e meditativa, che lascia subito spazio (battuta 15 e seguenti) al tema de “Il testamento del Capitano”; intanto era comparso (battuta 13) un frammento tematico di “Sul ponte di Bassano”, frammento che costituisce una sorta di presenza continua nell’ambito della composizione (vedasi battute 34, 81), fino a sfociare nel “Grandioso” finale di battuta 84, dove il canto trova la sua maestosa completezza. La parte centrale si basa su un altro celebre canto, “Ta-pum”, quì presentato – per esigenze di varietà nell’economia generale della composizione – in tempo di valzer, quasi a ricreare (in particolare alle battute 54 e seguenti) la sensazione di un organetto di barberia. A fare da transizione verso la conclusione troviamo (battuta 77 e seguenti) una citazione de “La tradotta”, mentre la parte conclusiva di un altro canto (“Sul cappello che noi portiamo”) funge da “coda” in due circostanze: a battuta 28 e 94. La fantasia si conclude con una cadenza plagale ancora basata sull’inciso iniziale de “Sul ponte di Bassano”.