CONCERTO PER TROMBONE
Solo Trombone
Descrizione
Con la fine del diciannovesimo secolo, dopo la plurisecolare egemonia del melodramma, si assiste anche in Italia ad un “rinascimento” della musica strumentale. Una Generazione di Compositori nati attorno al 1880 (Franco Alfano, Ottorino Respighi, Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero, Alfredo Casella) traghettano la cultura musicale italiana in un contesto europeo con una peculiarità di intendimenti e realizzazioni che fecero parlare di scuola italiana o, almeno, maniera italiana di intendere la musica nella modernità. Un movimento che con diverse ramificazioni e influssi ha continuato ad incidere e caratterizzare la produzione musicale italiana fino ai giorni nostri. In questo contesto artistico va inserita la figura del compositore milanese, pugliese d’adozione, Nino Rota. Nato nella città scaligera nel 1911 riceve i primi rudimenti musicali dalla madre pianista. Allievo al Conservatorio di Milano di Giacomo Orefice, prosegue gli studi con Giulio Bas, Ildebrando Pizzetti per poi diplomarsi in Composizione al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma con Alfredo Casella nel 1930. Compositore estremamente prolifico, il suo catalogo supera i 348 numeri d'opera, guadagnò una notevole popolarità grazie alle musiche per il cinematografo diventando l'alter ego musicale di Federico Fellini. Fra il 1952 e il 1978 comporrà le musiche per tutti i film del regista Riminese. Firma inoltre alcuni dei maggiori successi in questo campo fra i quali ricordiamo le musiche per la saga de Il Padrino di Francis Ford Coppola (1972-1990), Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli (1968), Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963). La fama e il successo di questa musica oscurò per tempo, però, la maggior parte della produzione di Rota che si può ritrovare distribuita nei generi propri della tradizione “colta”: sinfonie, concerti, musica da camera, opere, musica sacra. Una produzione, sebbene a lungo trattata con sufficienza dalla critica, in cui si possono cogliere i veri e originalissimi caratteri della musica di Rota; un “ostinato miscuglio di bravura e semplicità” che si svilupparono in una poetica unica e originalissima che non trova altro riscontro nel pur ampio e vario panorama della musica colta italiana. “Io non temo di essere melodico e orecchiabile o –come si è scritto – un personaggio curiosamente inattuale nel panorama della musica contemporanea. Non è in una nuova sintassi o in una nuova grammatica musicale che si trova l’originalità [….]. L’attualità della musica sta nella sostanza nel messaggio che contiene, non nella forma esteriore “ Il Concerto per trombone e orchestra, composto nel 1966 e presentato in pubblico alla Sala Grande del Conservatorio di Milano il 6 maggio 1969, con solista il dedicatario Bruno Ferrari e l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Franco Caracciolo ne è un tipico esempio. Impiegando mezzi orchestrali semplici (archi, sei legni e due corni), una scrittura limpida dai ritmi ben definiti e tutte le risorse dello strumento solista, Rota compone uno fra i più bei concerti per trombone. La trascrizione per Symphonic Band curata dal M° Marco Somadossi ne realizza una versione che ben si avvicina ai colori e i caratteri originali dando una possibilità interpretativa molto vicina e chiara all’originale per orchestra.
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