EVOLUTION SERIES Vol. 10
Assieme, simili; questi i significati o, meglio, i concetti che esprime l’avverbio latino pariter. Fare assieme, agire nello stesso modo e, in modo più esteso, esser simili ognuno con le proprie diversità. Una serie di concetti che ho provato a tradurre in musica per poter raccontare e ricordare una storia meravigliosa della nostra nazione. Le vicende si svolgono attorno al 1943 in un paese (Nonantola) della provincia di Modena, allorquando, contravvenendo le leggi razziali del periodo e mettendo a repentaglio la propria incolumità, un’intera popolazione aiuta a nascondere e, successivamente, a far fuggire in Svizzera 73 bambini/ragazzi ebrei provenienti perlopiù dall’Est Europa e riparati in una grande Villa della campagna modenese. Lo fanno nel modo più autentico e sincero: nascondendoli-accogliendoli nelle proprie cascine, nel seminario del paese, fornendo nuovi documenti utili all’espatrio (omettendo l’obbligatoria indicazione di razza) e confezionando, in pochissimo tempo, 73 cappotti uguali per far sembrare il gruppo una comitiva di collegiali. Una storia positiva fatta di persone che riescono a “vedere” umanità nelle persone, anche in quelle “diverse”. Umanità che sa parlare e ascoltare. Capacità, con le dovute e rispettose proporzioni, necessarie anche per far musica assieme. Pariter è una composizione per banda giovanile di grado 1,5 ispirata a questa storia, a queste persone e alla portata/valenza di queste azioni e di questi pensieri commissionata dalla fondazione “C. e G. Andreoli” di Mirandola per festeggiare la festa della Repubblica 2019.
SPRING DRIZZLE
Spring Drizzle è una breve descrizione musicale del passaggio dalla stagione invernale alla primavera. Il tema principale, vivace e staccato, è la rappresentazione della pioggia primaverile che, come un tenue campanellino, giunge ad annunciare l'arrivo della bella stagione. Il tema centrale, di andamento moderato, descrive invece la natura la quale, ancora intorpidita dai rigori dell'inverno, lentamente si risveglia e dischiude i suoi fiori. Lo sviluppo del tema principale ed il finale rappresentano il vento ed i lampi che, dopo una fugace apparizione, spariscono per lasciare spazio agli uccellini festosi che salutano il nuovo sole.
NIAMH AND OISIN
Oisín, figlio di Fionn mac Cumhail della Fianna, era un poeta e guerriero famoso in tutta Irlanda. Amava la musica, la poesia e il canto; la gente accorreva da ogni provincia per sentirlo recitare e cantare. Un giorno una bella fanciulla venne nella contea per ascoltare le sue poesie. Aveva scintillanti occhi azzurri e lunghi capelli dorati; cavalcava Embarr, il più bel cavallo bianco che si era mai visto in Irlanda. “Qual è il tuo nome e da dove vieni?” – domandò Oisín. “Sono Niamh e vengo da Tir-na- nOg, la terra dell’eterna giovinezza”- rispose la fanciulla. I due si innamorarono e passarono felici momenti insieme. Ben presto però, venne il momento per Niamh di tornare nel Tir-na-nOg e chiese ad Oisín di seguirla. “Nella mia terra sarai per sempre felice e non invecchierai mai” - gli disse. Oisín accettò di andare con lei, salutò parenti ed amici e partirono. Cavalcando il maestoso Embarr, raggiunsero in breve tempo la costa e poi via verso il mare, galoppando sopra le creste delle onde. Arrivarono nella magica terra del Tir-na-nOg, dove furono accolti calorosamente da tutti gli abitanti. Oisín ben presto si ambientò e si sentì proprio come a casa sua. Tutti lo amavano ed era molto felice accanto a Niamh. Dopo tre anni però cominciò ad avere nostalgia della sua Irlanda e decise di ritornarci. “Niamh, mia cara, questa è una terra meravigliosa ma voglio tornare a casa e rivedere mio padre” – disse alla sua amata. Niamh fu profondamente turbata e si disperò: ella non aveva rivelato ad Oisín che ogni anno passato nel Tir-na-nOg equivaleva a cento anni passati in Irlanda, e se egli avesse toccato terra gli sarebbero piombati addosso improvvisamente tutti i trecento anni trascorsi, portandolo velocemente alla vecchiaia e alla morte. “Vai pure da tuo padre” – disse Niamh – “ma ricorda: per nessuna ragione dovrai toccare il suolo d’Irlanda! Se lo farai, non potrai più ritornare da me. Prendi il mio Embarr, egli può cavalcare senza toccare terra e ti porterà in modo sicuro in Irlanda”. Oisín, pur non comprendendone le ragioni, promise che non sarebbe mai sceso da cavallo, poi diede un bacio a Niamh e partì. Quando arrivò in Irlanda fu molto sorpreso da ciò che vide: nei suoi luoghi natii era tutto cambiato, le grandi pianure della sua giovinezza non c’erano più, la popolazione era vestita in modo strano, le grandi fortezze della Fianna erano completamente in rovina, ricoperte di sterpi e rovi. Oisín domandò ad alcuni abitanti:- ”Dov’è mio padre Fionn mac Cumhail? Dove sono i cavalieri di Fianna?”- “Sono morti da centinaia di anni”- gli risposero. Oisín, confuso e amareggiato, decise quindi di tornare nel Tir-na-nOg ma lungo la strada incontrò alcuni uomini che cercavano di sollevare una pesante pietra e decise di aiutarli. Nel fare ciò le redini del cavallo si spezzarono e Oisín cadde a terra, divenendo improvvisamente vecchio e morendo poco dopo. Il grande cavallo bianco, spaventato, tornò al galoppo nel Tir-na-nOg.