HIRUNDO

Il brano è una rielaborazione del tema popolare tratto dalla stornellata parmigiana, meglio conosciuta, nel dialetto locale, come “La rondanen’na” (la rondinella), da qui il titolo Hirundo antico nome latino per indicare questo volatile.
Il testo racconta di una bellissima rondinella che vaga per trovare un loco per costruirsi il proprio nido, quando arrivata a Parma rimane incantata dal profumo delle violette e dalla musicalità che la stessa cittadina emana, tanto da trasformare in una magnifica melodia anche l’acqua delle gronde e il vento che soffia. Una volta trovato l’ambìto posto, ecco apparire un magnifico usignolo dalla gola d’oro: in poche parole un canterino magnifico. La bella rondinella rimane impressionata dalle sue doti canore tanto da chiedergli dove avesse imparato a cantare così bene; lui risponde di aver imparato semplicemente stando abbarbicato su una pianta del parco ducale ad ascoltare i magnifici canti della corale cittadina.
Il brano si apre con un richiamo dello sbattere d’ali degli uccellini, per poi passare ad una sezione più aleatoria in cui si possono udire i rumori della città per terminare con il tema principale esposto in tutta la sua solennità.