EVOLUTION SERIES Vol. 12
Compositore
Enrico Tiso, Luciano Feliciani, Cristiano Pieraccini
Arrangiatore
-
difficoltà
1,5
durata
14'30
formazione
Banda Giovanile
Editore
Scomegna Edizioni Musicali
formato
Partitura e parti A4+ (24 x 32 cm)
Codice Prodotto
ES B1616.19A
Contiene
Il Cancello del Drago (Enrico Tiso), Il Tamburino Sardo (Luciano Feliciani), Festa a Corte (Cristiano Pieraccini)
Descrizione
Il fascicolo Evolution Series Vol. 12 contiene 3 brani partecipanti al 1º Concorso Internazionale di Composizioni Originali per Banda Giovanile “Piccolo è bello” - Sezione B, riservata ai brani di grado 1,5.
"Il Cancello del Drago" è il brano vincitore, "Il Tamburino Sardo" è stato segnalato dalla Giuria, mentre "Festa a Corte" è stato selezionato dalla nostra Casa Editrice.
IL CANCELLO DEL DRAGO di Enrico Tiso
Il Fiume Giallo, chiamato anche Huang-He, è il principale fiume della Cina settentrionale. Un’antica leggenda racconta che nel corso superiore del fiume si trovava una cascata chiamata il Cancello del Drago. Le sue acque precipitavano da una grande altezza, più rapide di una freccia scagliata da un forte arciere. Migliaia di carpe si raccoglievano nel bacino sottostante sperando di risalire la cascata e quella che sarebbe riuscita nell’impresa si sarebbe poi trasformata in un Drago. Ma alcune erano trascinate via dalle forti correnti, altre cadevano preda degli uccelli rapaci, e altre ancora venivano pescate o colpite con i dardi dagli uomini che si allineano su entrambe le rive della cascata. Era davvero impossibile per un pesce risalire le acque del fiume. Un giorno però, con grande stupore, gli abitanti dei villaggi vicini videro volare nel cielo un bellissimo Drago. “Guardate… È meraviglioso!”. Una coraggiosa carpa, infatti, grazie alla sua forte volontà e determinazione, era riuscita a risalire con forza la cascata evitando tutte le pericolose insidie.
Questa leggenda viene spesso usata come metafora per incoraggiare le persone a raggiungere i propri obiettivi anche quando questi ci sembrano impossibili.
IL TAMBURINO SARDO di Luciano Feliciani
Il Tamburino Sardo è un racconto tratto dal Libro Cuore di Edmondo De Amicis. Il protagonista è un ragazzo di quattordici anni arruolato in un distaccamento del reggimento di fanteria dell’esercito italiano, durante la battaglia di Custoza del 1848. Nel bel mezzo del durissimo assedio, il capitano decide di inviare una richiesta di aiuto, scritta a matita su un biglietto di carta, al vicino esercito alleato. La scelta cade proprio sul piccolo tamburino sardo, perché, smilzo e minuto, avrebbe sicuramente corso con maggior facilità per i campi. Il giovane si lancia con coraggio in una corsa contro il tempo attraverso il fuoco degli austriaci e quando tutto sembra perduto, ecco arrivare i Carabinieri Italiani in soccorso al distaccamento. Il giorno successivo, in un ospedale da campo tra feriti e moribondi, il capitano incontra il tamburino steso su un letto. Sorpreso di vederlo ancora vivo, gli chiede notizie sulla sua salute e il ragazzo, orgoglioso di aver fatto il suo dovere, tira via la coperta scoprendo il troncone della gamba sinistra amputata: il suo sacrificio per la vittoria. Il capitano, allora, fissando commosso il ragazzo, alza la mano al capo e togliendosi il cappello esclama: «Io non sono che un capitano; tu sei un eroe».
La musica, di carattere epico, descrive questa bellissima storia affidando al tamburo e alle percussioni il ritmo-guida sopra il quale si dipana una melodia appassionante ed avvincente, tesa a sottolineare il gesto eroico della storia.
FESTA A CORTE di Cristiano Pieraccini
Il consiglio dei saggi del Re Boerio era in fibrillazione. Come evitare la guerra con il regno di Sebonia? Uno scontro sul campo avrebbe spazzato via il piccolo esercito, formato da cinque cavalieri e da numerosi contadini, ma poco avvezzi alle arti della battaglia. Concedere ricchezze e territori oppure ammainare la valorosa bandiera dal castello e accettare di perdere l'indipendenza? Nel silenzio generale, da un angolo oscuro si alzò Totemio, il compositore di corte, e disse: "Se non puoi sconfiggerli, che diventino tuoi amici. Aduliamo Re Sibelio! In segno di amicizia tra reami invitiamolo e teniamo una festa di corte. Scriverò una marcia trionfale per accompagnare il suo arrivo, si sentirà lusingato. Poi facciamolo bere vino sincero delle nostre vigne e danzare sulla mia musica. Dimenticherà, immerso in dolci note, i suoi propositi bellicosi". Il consiglio rumoreggiava, schernendo il compositore, ma Re Boerio tuonò con voce grave: "Totemio, saggio tra i saggi! Che Sibelio si creda di essere il più grande e il più amato tra i regnanti. Per il bene della mia casata, mi affido alla tua arte". E così fu.
"Il Cancello del Drago" è il brano vincitore, "Il Tamburino Sardo" è stato segnalato dalla Giuria, mentre "Festa a Corte" è stato selezionato dalla nostra Casa Editrice.
IL CANCELLO DEL DRAGO di Enrico Tiso
Il Fiume Giallo, chiamato anche Huang-He, è il principale fiume della Cina settentrionale. Un’antica leggenda racconta che nel corso superiore del fiume si trovava una cascata chiamata il Cancello del Drago. Le sue acque precipitavano da una grande altezza, più rapide di una freccia scagliata da un forte arciere. Migliaia di carpe si raccoglievano nel bacino sottostante sperando di risalire la cascata e quella che sarebbe riuscita nell’impresa si sarebbe poi trasformata in un Drago. Ma alcune erano trascinate via dalle forti correnti, altre cadevano preda degli uccelli rapaci, e altre ancora venivano pescate o colpite con i dardi dagli uomini che si allineano su entrambe le rive della cascata. Era davvero impossibile per un pesce risalire le acque del fiume. Un giorno però, con grande stupore, gli abitanti dei villaggi vicini videro volare nel cielo un bellissimo Drago. “Guardate… È meraviglioso!”. Una coraggiosa carpa, infatti, grazie alla sua forte volontà e determinazione, era riuscita a risalire con forza la cascata evitando tutte le pericolose insidie.
Questa leggenda viene spesso usata come metafora per incoraggiare le persone a raggiungere i propri obiettivi anche quando questi ci sembrano impossibili.
IL TAMBURINO SARDO di Luciano Feliciani
Il Tamburino Sardo è un racconto tratto dal Libro Cuore di Edmondo De Amicis. Il protagonista è un ragazzo di quattordici anni arruolato in un distaccamento del reggimento di fanteria dell’esercito italiano, durante la battaglia di Custoza del 1848. Nel bel mezzo del durissimo assedio, il capitano decide di inviare una richiesta di aiuto, scritta a matita su un biglietto di carta, al vicino esercito alleato. La scelta cade proprio sul piccolo tamburino sardo, perché, smilzo e minuto, avrebbe sicuramente corso con maggior facilità per i campi. Il giovane si lancia con coraggio in una corsa contro il tempo attraverso il fuoco degli austriaci e quando tutto sembra perduto, ecco arrivare i Carabinieri Italiani in soccorso al distaccamento. Il giorno successivo, in un ospedale da campo tra feriti e moribondi, il capitano incontra il tamburino steso su un letto. Sorpreso di vederlo ancora vivo, gli chiede notizie sulla sua salute e il ragazzo, orgoglioso di aver fatto il suo dovere, tira via la coperta scoprendo il troncone della gamba sinistra amputata: il suo sacrificio per la vittoria. Il capitano, allora, fissando commosso il ragazzo, alza la mano al capo e togliendosi il cappello esclama: «Io non sono che un capitano; tu sei un eroe».
La musica, di carattere epico, descrive questa bellissima storia affidando al tamburo e alle percussioni il ritmo-guida sopra il quale si dipana una melodia appassionante ed avvincente, tesa a sottolineare il gesto eroico della storia.
FESTA A CORTE di Cristiano Pieraccini
Il consiglio dei saggi del Re Boerio era in fibrillazione. Come evitare la guerra con il regno di Sebonia? Uno scontro sul campo avrebbe spazzato via il piccolo esercito, formato da cinque cavalieri e da numerosi contadini, ma poco avvezzi alle arti della battaglia. Concedere ricchezze e territori oppure ammainare la valorosa bandiera dal castello e accettare di perdere l'indipendenza? Nel silenzio generale, da un angolo oscuro si alzò Totemio, il compositore di corte, e disse: "Se non puoi sconfiggerli, che diventino tuoi amici. Aduliamo Re Sibelio! In segno di amicizia tra reami invitiamolo e teniamo una festa di corte. Scriverò una marcia trionfale per accompagnare il suo arrivo, si sentirà lusingato. Poi facciamolo bere vino sincero delle nostre vigne e danzare sulla mia musica. Dimenticherà, immerso in dolci note, i suoi propositi bellicosi". Il consiglio rumoreggiava, schernendo il compositore, ma Re Boerio tuonò con voce grave: "Totemio, saggio tra i saggi! Che Sibelio si creda di essere il più grande e il più amato tra i regnanti. Per il bene della mia casata, mi affido alla tua arte". E così fu.
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