GRAN MARCIA op. 141
Giuseppe Antonio Unia, nato a Dogliani il 1° febbraio 1818 e morto il 23 Novembre 1871 a Recanati [?], è uno dei numerosi musicisti italiani che la storia, o per meglio dire il tempo, ha separato da noi interponendo il velo sottile dell’oblio. Eppure, le più di duecento pubblicazioni per case editrici come Ricordi, Canti e Vismara testimoniano un successo notevole, così come le dediche delle sue composizioni narrano di amicizie importanti sul piano sociale come su quello artistico. Appartenente ad una famiglia originaria di Mondovì che vedeva al suo interno numerosi musicisti, debuttò presso il teatro Carignano di Torino nel 1833. Nel 1834 decise di recarsi a Weimar per studiare con Johann Nepomuk Hummel, pianista e compositore austriaco già allievo a Vienna di Mozart e Haydn. Lo scopo di tale permanenza era di approfondire e perfezionare la propria educazione artistica immergendosi nella straordinaria vita musicale della Vienna dell’epoca. Nel 1841, tornato a Torino, si dedicò all’attività di insegnante di pianoforte sia privatamente che presso la Real Casa, potendo così fregiarsi del titolo di pianista compositore alla corte del Re di Sardegna e poi d’Italia, come dimostra peraltro la Gran Marcia per l’incoronazione di S.S.R. Maestà Vittorio Emanuele Re d’Italia op. 141.
Nel 1844 sposò Angela Teja, anch’essa pianista. Il matrimonio con la Teja lo portò, successivamente, in vincolo di parentela con i conti Leopardi. Angela Teja era infatti sorella di Teresa, che sposò Carlo Leopardi, fratello del celebre Giacomo. Giuseppe Antonio Unia dedicò in effetti ai conti Leopardi tre brani: la Lowely, Redowa Capricieuse pour piano op. 157 «A Mad.me le Comtesse Pauline Leopardi» probabilmente in omaggio a Lovely, cagnolino di Paolina Leopardi; la Marcia Funebre per Pianoforte: una lagrima sulla tomba del Conte C. Leopardi op. 158, dedicata «Al caro Cognato Conte Carlo Leopardi» composta in realtà alcuni anni prima della morte del conte Carlo, avvenuta l’11 febbraio 1878. La Marcia venne eseguita durante le cerimonie funebri di Carlo proprio dalla moglie Teresa, quasi sette anni dopo la data di decesso di Unia. Infine il Divertimento brillante sull’Opera Marta di Flotow Op. 160, dedicato «Alla gentil Cognata Teresa Leopardi».